- Cusino – Monte Marnotto
- Cusino – Pidaggia
- San Bartolomeo – Monte Tabor
- San Bartolomeo – Cima Pianchette
- San Nazzaro – Monte Tabor - Pizzo di Gino
- San Nazzaro – Cima Verta
- Buggiolo – San Lucio
- Passo San Lucio – Camoghè
- Cavargna - Garzirola – San Lucio
- Anello delle cime sopra Cavargna
- Buggiolo – Sassi della Porta
- Sentiero delle quattro valli
- Sentiero dei Gauni
- Via del Ferro
- Alta via del Lario
Passo San Lucio - Camoghè
È un’escursione di circa 3 ore che si snoda sempre in quota partendo dai 1500 metri e raggiungendo i 2200 metri, tra panorami “metafisici” mantenendosi sul lungo ma comunque facile crinale erboso che collega le vette di confine tra l’italiana Val Cavargna e la svizzera Val Colla. È classificato EE cioè adatto ad escursionisti con una certa esperienza anche perché l’insolazione a queste quote prive di copertura arborea va affrontata con consapevolezza e un buon equipaggiamento da media/alta montagna.
Raggiunto il Passo di San Lucio (1540 m) si prosegue a partire dall’omonimo rifugio seguendo una ampia sterrata e verso l’attacco della cresta SE del Garzirola si raggiunge un pianoro con una bolla di acqua. Qui in corrispondenza di un abbeveratoio si lascia la sterrata e si sale a sinistra sulla dorsale erbosa, lasciando a destra il monte Cucco (1610 m) e seguendo sempre le tracce che, mantenendosi lungo la dorsale, salgono al rifugio Garzirola. Si oltrepassa una lapide di marmo bianco che ricorda un finanziere caduto “nell’adempimento del proprio dovere” quando da queste parti il contrabbando di sigarette costituiva una delle maggiori risorse per integrare la magra sopravvivenza nei paesi di montagna; poco oltre la lapide ci si innesta sulla carrareccia nuova che in pochi minuti conduce al Rifugio Garzirola (1974 m).
Dal rifugio seguendo una traccia di sentiero oppure la cresta di confine in poco tempo si raggiunge la cima SSE della Garzirola sormontata da un'alta croce in metallo (2076 m). Seguendo sempre la facile cresta in direzione nord si va a raggiungere la vera vetta del Monte Garzirola (2116 m) distante 1 km.
Da qui la cresta si snoda verso NE. Seguendo sempre il sentierino segnalato, si lascia a sinistra la rocciosa (q. 2103 m) e dalla larga sella fra la quota citata e il modesto Monte Segor (2097 m) si scende brevemente a prendere il sentiero, ben riportato sulla CNS, che attraversa il fianco W di questa seconda montagna. Il sentiero prosegue poi lungo la cresta NW del Monte Segor e ne guadagna quasi subito il filo roccioso, con un tratto aereo ed esposto ma con buoni appigli, dal quale si scende a destra. La cresta diventa ora più larga, poi di nuovo un poco più affilata, fino a raggiungere in piano la (q. 2040 m). Qui inizia una discesa ripida, da affrontare con prudenza, prevalentemente lungo il filo o poco a sinistra. Al termine della discesa, senza difficoltà e scavalcando alcuni facili roccioni, si prosegue lungo il sentiero segnalato che conduce alla larga Bocchetta di Revolte (1981 m). Siamo ora alla base della cresta SE del Camoghè. La (q. 2049 m) viene lasciata a destra e poi si prosegue lungo il sentiero ben marcato e segnalato che risale con numerose svolte il ripido pendio prativo sotto la spalla E, a sinistra di una grande placca. Raggiunta la spalla, il facile sentiero aggira a N l’anticima dove c’è un piccolo altare commemorativo e i ruderi di una capanna e poi, poco oltre, si arriva in vetta.
Dalla primavera si possono osservare le essenze floreali che riescono a crescere a questa quota, tra cui una rarità: Androsace Brevis, della famiglia delle primule, che forma coloratissimi "cuscinetti" tra le rocce, e che costituisce un vero e proprio endemismo di questa zona prealpina poiché l’areale di distribuzione, in tutta Europa, è confinato in pratica a queste montagne.
Difficoltà: EE/F
Dislivello: 810 m.
Tempo di salita: 2.30 h
Alloggi e ristorazione: Rifugio San Lucio, Capanna San Lucio, Rifugio Garzirola