Presentazione
La Val Cavargna, sita nel territorio delle Alpi Lepontine, dista solo 50 chilometri da Como e si colloca tra il Lago di Como e il Lago di Lugano (tra Menaggio e Porlezza), da 600 m sopra il livello del mare. Il suo territorio, confinante con le valli Rezzo e Sanagra, si estende su un intervallo altitudinale di oltre 1500 m. La valle si imbocca presso una svolta, in località “Ponte di Pino” (Carlazzo), raggiungibile salendo da Menaggio o venendo dalla Svizzera (Lugano). In questa ampia vallata sono dislocati quattro piccoli comuni composti complessivamente da meno di 2300 abitanti; lungo la strada che giunge a Vegna (frazione di Cavargna) incontriamo in ordine: Cusino (800 m), San Bartolomeo (850 m), San Nazzaro (995 m) e Cavargna (1070 m); tutti centri dispersi lungo l’asse vallivo del Cuccio.
La zona, attorniata da splendide montagne che conferiscono al paesaggio un aspetto aspro e selvaggio, rievoca nella mente dei visitatori immagini del passato. L’asperità dell’ambiente e le difficili, se non inesistenti vie di comunicazione, (soprattutto nella stagione invernale), nei tempi passati, hanno fatto della valle, un luogo chiuso in se stesso ma altrettanto ricco di tradizioni e di costumi così cari agli abitanti. Qui, infatti, durante alcune feste popolari, il turista può ancora respirare un’aria tutta antica e unica difficilmente riscontrabile in altre località. La valle, comunque, e in particolare il Passo S. Lucio, fu un’importante via di comunicazione nel corso dei secoli già a partire dall’epoca romana, in quanto è possibile spostarsi lungo il crinale che giunge al passo S. Jorio e da qui scendere fino a Musso e a Dongo. Va ricordato, infatti, che in località Passo S. Lucio è probabile che esistesse un tempietto romano (sempre presente in prossimità dei valichi) propiziatorio per il buon viaggio del viandante e che il nome Lucio, tipicamente romano, derivasse proprio da una stele o un’epigrafe ritrovata in loco che successivamente diede il nome al luogo. Così il martire Luguzzone, Uguzo, Uguccione, venne poi trasformato in Lucio prendendo il nome dalla località in cui fu ucciso. Da tutto ciò si capisce come in questi luoghi, ancora lontani dai grandi centri urbani e dalla mano dell’uomo, si conservi un patrimonio naturale e storico di indubbio valore.